Il sottotitolo di oggi avrebbe potuto essere il titolo di questa newsletter, ma alla fine ho scelto quello attuale: fa più figo e dà un’aria vagamente da intellettualoide che, ammettiamolo, ogni tanto ci piace sfoggiare. Detto questo, sono pronto a lanciare il culto del Kombuchanesimo: una filosofia di vita senza etichette ed etichettature, dove si è liberi di potersi adattare alle situazioni. Proprio come la kombucha, che sfugge alle definizioni: un po’ tè, un po’ aperitivo, un po’ bibita gassata. È una metafora liquida di flessibilità e creatività.
Non sono un fan delle citazioni o dei quote, ma questa ve la devo sparare:
“nella mia vita, vorrei disimparare a bere e mangiare come un adulto medio” (semi cit.)
La mia campagna di conversione si baserà su un unico pilastro fondamentale: quanto mi costa diventare sobrio. Lo so, qualcuno potrebbe storcere il naso e accusarmi di proporre una nuova religione fondata sul denaro. “Che razza di moralità è questa?” direbbero. Insomma, uno dei quattro pilastri del marketing di Kotler mi hanno insegnato che una delle leve della scelta di un prodotto o servizio (o religione?) si basa sul prezzo, non è mica colpa mia! In questo periodo di crisi, è l’unica maniera per convincere le persone, e poi siamo in pieno periodo Black Friday.
Perché il prezzo di alcune bevande analcoliche è così elevato? La risposta sta nella loro produzione e distribuzione. Bevande come il kombucha e le acque toniche artigianali non sono prodotte in massa come i soft drink tradizionali. Sono realizzate spesso con ingredienti naturali, talvolta biologici, e richiedono processi di fermentazione o aromatizzazione complessi. E il kombucha, in particolare, viene fermentato e trattato per garantire un equilibrio di sapori. A questo si aggiunge il fatto che i canali di distribuzione di queste bevande sono ancora piuttosto limitati rispetto a quelli dei prodotti di largo consumo, il che incide ulteriormente sul costo finale. Eppure, bere un mocktail analcolico costa quanto un cocktail alcolico. E ormai anche una birra ha un prezzo simile a quello di un bicchiere di kombucha. Insomma, entrare nel culto non vi svuoterà il portafoglio!
Ma dal prossimo anno entrerà in vigore la sugar tax, e sono curioso di vedere come influenzerà le scelte dei consumatori. Sarebbe interessante riprendere in mano questo articolo più avanti e fare un confronto dettagliato tra i prezzi di un mocktail analcolico e quelli di un cocktail alcolico, considerando sia il costo degli ingredienti sia il valore percepito.
Anche se dubito che i mocktail diventeranno improvvisamente i re indiscussi del bancone, sono convinto che questa tassa potrebbe spingere più di qualcuno a rivedere le proprie abitudini. Magari non sarà un cambiamento radicale, ma le alternative analcoliche inizieranno a ritagliarsi più spazio, sia per chi cerca qualcosa di nuovo sia per chi vuole alleggerire lo stile di vita. Così gli adepti aumenteranno!
E oltre a ciò, ci sono delle novità anche dal nuovo codice della strada. L'Alcolock è un dispositivo previsto nelle nuove disposizioni del Codice della Strada per impedire la guida in stato d'ebbrezza, è obbligatorio a bordo dei veicoli di quelle persone che sono sorprese ai controlli con un tasso alcolemico superiore a 0,8 grammi per litro. Cosa vuol dire? Che il conducente potrà guidare per 2 anni (in caso di reato lieve) o 3 anni (in caso di reato grave) solo se lo strumento rileverà un tasso alcolemico zero e solo autovetture sulle quali c'è l'Alcolock. Inoltre, sulla patente sarà indicata anche la didascalia di "limite dell'uso" alla guida. Torniamo al portafogli: le spese per la predisposizione dell'interfaccia per il collegamento nell'abitacolo sono interamente a carico del conducente e hanno un costo che, secondo alcune stime, può arrivare complessivamente a circa 1500 euro.
Ancora una volta, entrare nel mio culto vi farà risparmiare!
Non ce l’ho con nessuno, credetemi, non voglio creare un culto estremista, ognuno può entrarne a far parte con le proprie diversità (o normalità, non sta a me giudicare), sono solo convinto che l’esistenza di scelte e alternative possa influire positivamente nella crescita personale di ognuno di noi. Se diventerai un adepto del kombuchanesimo, non voglio tu debba smettere di bere alcolici, smettere di fumare, o smettere di mangiare carne. Voglio solo tu sia in grado di apprezzare la diversità delle offerte che puoi trovare in commercio. Così come il kombucha è un po’ tè, un po’ aperitivo, e un po’ bibita, anche la nostra ricerca di novità può essere divertente senza obbligarci a scegliere tra bianco o nero.